martedì 5 febbraio 2013

Strani suicidi o incidenti: 15 morti misteriose dopo la tragedia



Strani suicidi o incidenti: 15 morti misteriose dopo la tragedia 


 Strani suicidi o incidenti: 15 morti misteriose dopo la tragedia ROMA - Infarti che uccidono all'improvviso uomini nel fiore degli anni. Incidenti stradali misteriosi, dove gli investitori non vengono mai trovati. Suicidi con tre colpi di pistola all'addome. Incidenti aerei con velivoli carbonizzati e vittime intatte. Sottufficiali dell'aeronautica, piloti, generali, politici, un medico: ci sono almeno altre 15 morti misteriose, che incombono sul Grande Mistero di Ustica. Quindici morti che hanno dato origine ad altrettante inchieste, 15 morti senza un perche'. Unite da un unico filo rosso: tutte le vittime avevano qualcosa a che fare con l'abbattimento del DC9 Itavia. E di tutte, la fine piu' inquietante, piu' oscura, e' forse quella di Ivo Nutarelli e Mario Naldini: amici da sempre, piloti delle Frecce Tricolori, i loro aerei si urtarono il 28 agosto '88 durante un'esibizione a Ramstein, in Germania. Settanta morti e 400 feriti, una strage terrificante. Naldini e Nutarelli la sera di Ustica si erano alzati in volo dall'aeroporto militare di Grosseto per intercettare i due aerei "irregolari" che volavano accanto al DC9. Ma qualcuno, aveva poi confidato Naldini ad un amico, li aveva fatti rientrare alla base. Senza spiegazioni. Quando i giornali avevano raccontato la storia di quella notte e del ruolo dei due piloti, c'era subito stata una drammatica reazione: Giampaolo Totaro, ufficiale medico delle Frecce Tricolori per otto anni, si era impiccato alla porta del bagno di casa. Era il 2 novembre del '94. E Totaro diventava il quindicesimo morto della serie. Il primo si chiamava Giorgio Tedoldi, era il comandante della base di Grosseto la notte di Ustica: l'8 agosto del 1980, due mesi dopo la tragedia del DC9, la sua auto aveva sbandato all'improvviso mentre percorreva la via Aurelia, e si era schiantata contro un platano. Il colonnello era morto sul colpo, assieme alla moglie e ai due figli. In mezzo, una lunga scia di sangue. Il capitano pilota Maurizio Gari, morto d'infarto a 32 anni. Era il capoturno del radar di Poggio Ballone. Il sindaco comunista di Grosseto Giovanni Finetti, morto in un incidente: faceva domande ai militari del "suo" aeroporto. E poi il maresciallo identificatore del radar di Poggio Ballone Alberto Mario Dettori, trovato impiccato a un albero. Il generale Licio Giorgieri, assassinato da un commando di terroristi. "Quella" sera era in volo con un generale indagato da Priore. E ancora il maresciallo Ugo Zammarelli, in servizio alla base Nato di Decimomannu, ucciso da un motociclista pirata, il maresciallo Antonio Nuzio, suicida con tre colpi di pistola all'addome, il capitano di fregata Antonio Sini, morto nel rogo del traghetto "Moby Prince", il colonnello Sandro Marcucci, caduto con un Piper antincendio, l'ammiraglio Giovanni Torrisi stroncato da un infarto. Fino al generale Roberto Boemio, ex sottocapo di stato maggiore, assassinato a Bruxelles a coltellate da due sconosciuti.

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